GamesBeat ha pubblicato questa storia su tale Ana Ribeiro, brasiliana ex psicologa, ex imprenditrice, che ha lasciato tutto per diventare una sviluppatrice di videogiochi, e sta per rilasciare il suo primo gioco per Oculus Rift, un omaggio al retrogaming intitolato Pixel Rift.

L’idea del gioco è carina: si interpreta una ragazzina che, crescendo, gioca via via con console sempre più evolute. In pratica se non ho capito male nel gioco si giocano questi retro-giochi fasulli all’interno della realtà virtuale.

Ad esempio, in una scena si interpreta la protagonista mentre gioca con un Game Boy fasullo (ribattezzato Game Girl) mentre si trova sul suo banco a scuola: sempre se non ho capito male, ci si dovrà dividere tra il giocare il retro-gioco fasullo sulla retro-console fasulla (usando un joypad) mentre si cerca di non farsi sgamare dall’insegnante virtuale.

Un uso interessante e probabilmente anche appropriato della realtà virtuale, che chi ha un Oculus Rift può testare già da subito provando la demo disponibile sul sito ufficiale del gioco:
http://www.pixelriftgame.com/

La cosa che non mi quadra di tutta la faccenda è proprio la storia della creatrice: da giovane era una gamer competitiva, appassionata di Counter Strike (la potete vedere al centro nella foto di gruppo in basso a destra)…

…poi si è laureata in psicologia e ha trovato un lavoro pubblico in cui si occupava di divorzi, ma non la soddisfaceva, così s’è data all’imprenditoria avviando un franchising a base di tortini brasiliani…

…ma durante una delle lezioni del corso per imprenditori che stava seguendo per il franchising le hanno fatto la classica domanda, "dove ti vedi tra cinque anni?", e la prospettiva di essere ancora a occuparsi di divorzi e a fare tortini l’ha angosciata, così ha deciso di mollare tutto e di trasferirsi in UK per seguire un corso di game development.

Pixel Rift è, in pratica, il suo progetto di tesi per la fine di questo corso.

La cosa che mi fa insospettire è che questa storia è troppo perfetta, troppo bella, troppo "inspiring". Anche il gioco stesso tocca tutte le corde giuste: protagonista femminile, ma non mestruata, retrogaming che strizza l’occhiolino ai nostalgici, così come esperienza VR da "rivivi il tuo passato"…

Non mi stupirei se non fosse tutta una fabbricazione, una "operazione Jade Raymond 2.0", magari orchestrata proprio per promuovere Oculus Rift (che, ricordiamolo, adesso ha alle spalle l’impero e la potenza di Facebook).

Certo, lei dice anche che non le dispiacerebbe uscire anche su PS4 e Project Morpheus:
http://vrfocus.com/archives/6038/pixel-rift-set-release-2015/

Però boh. Sarà che Atlanticast mi sta contagiando! In ogni caso il gioco rimane interessante, e secondo me si inserisce in quel filone di giochi/esperienze in VR già intuito al Tokyo Game Show con Summer Lesson.

Fonte:
http://venturebeat.com/2014/10/11/pixel-rift-oculus-game/

Facebook e Twitter dell’autrice:
https://www.facebook.com/AnaRibeiroGamedeveloper
https://twitter.com/Anagamedev

Il gioco su Greenlight:
http://steamcommunity.com/sharedfiles/filedetails/?id=317045300

Il sito ufficiale del gioco:
http://www.pixelriftgame.com/

Il post su Indie Vault, meno dietrologico, perché sennò poi lì cominciano a dare di matto quando si parla di femmine:
http://www.indievault.it/2014/10/12/pixel-rift-fonde-retrogaming-e-ricordi-dinfanzia/