Ci scrive konveenche in email:
QuoteCaro BrunoB, Simone & co,
ho apprezzato molto lo sfogo di Simone dell’ultima puntata su Perri vs Pierpaolo, non tanto perché condividessi la difesa verso il primo, che considero un personaggio insopportabile anche quando ha ragione, quanto perché mi piace quando dite la vostra su quello che succede sugli altri lidi videoludici nostrani.
A tal proposito volevo stuzzicarvi in merito alla shitstorm che ha travolto recentemente il povero Mattia Ravanelli, "reo" di aver confessato nella sua recensione di The Evil Within di non aver completato il gioco in quanto eccessivamente frustrante (http://it.ign.com/the-evil-within-ps4/86589/review/the-evil-within-la-recensione).
Tra le mille accuse a lui rivolte, tra cui l’intramontabile: "se non sei capace, potevi chiamare un amico!", il nodo della questione è diventato: "è deontologicamente accettabile una recensione scritta da qualcuno che non ha giocato fino alla fine un titolo story driven?".
A voi la pallail vostro free free nell’ombra
konveenche
se lo dice in maniera esplicita, non vedo il problema.
Alla fine non credo siano molti i redattori che finiscono tutti i giochi prima di recensirli (e comunque una "speed run" non è detto sia migliore di metà gioco giocato bene)
Come dice Shuren, se lo ammette ed è sincero nella recensione, non ci vedo niente di male. Parliamoci chiaro, per quanto una recensione possa essere oggettiva, rimane comunque un fondo di soggettività. Ed è giusto che sia così, altrimenti sarebbero tutte uguali. Ovviamente se il tutto è ben argomentato e dichiarato, rimane sul lecito.
sono d’accordo, il problema IMHO è che siti e riviste per anni hanno sbandierato pretese di oggettività e di videogiochi sviscerati al 1000%, e quindi in parte del pubblico è rimasta quest’aspettativa
Strano che in italia ci sia questa percezione, alla fine siamo già abituati a giornali cartacei già informalmente/formalmente dichiarati di destra o di sinistra. L’oggettività non può esistere se si parla di argomenti diversi dalla mera scheda tecnica del prodotto X. L’unica cosa che può fare il lettore è ragionare per "fiducia", crearsi la propria lista di recensori affidabili relativamente ai propri gusti e alle proprie idee senza attaccare chi ha punti di vista o approcci diversi. In questi casi in cui il recensore viene attaccato, tutto ha sapore di una guerra per difendere i propri gusti o i propri acquisti. Insomma…qualcosa di già visto