Ciao amici.
Nella scorsa puntata qualcuno chiedeva a chi fosse piaciuto Birdman.
A me è piaciuto tantissimo. E vi voglio spiegare il motivo.
Premetto che per me Birdman è un film che ha tantissime chiavi di lettura, l’ho visto sotto diverse prospettive.
La scorza del film, lo strato più evidente, riguarda la contrapposizione tra teatro e cinema, cioè lavoro d’autore vs lavoro d’intrattenimento.
Di questo ne avete già parlato. Vorrei spiegarvi cosa ci ho letto io, invece, scavando un po più a fondo.
La storia di Birdman ha come protagonista un uomo che pensa di conoscersi.
Noi pensiamo di conoscerci, di sapere che posizione abbiamo in questo universo. Ci facciamo un’idea di noi stessi che molto spesso è sbagliata.
Questo perchè continuiamo a mentire.
Mentiamo agli altri, e in particolare a noi stessi. Non riusciamo a farne a meno. Mentire a noi stessi ci porta delle false realtà, pensiamo di essere speciali, di avere qualcosa in più degli altri, di avere "poteri" non comuni. Crediamo di poter decidere deliberatamente se mentire o meno. Ma non è così. Spesso pensiamo di dirci la verità. Ma non è così.
La conseguenza è che, facendo così, non sappiamo niente di noi. Non riusciamo a capire nè gli altri, e questo porta malintesi e conflitti, nè noi stessi. E così facendo, ci creiamo un mondo tutto nostro, molto distante dalla realtà.
Capita di ricevere parole che vanno a rafforzare le nostre convinzioni, solidificano in noi l’idea che ci siamo creati noi stessi e ci danno un momentaneo stato di forza. Ma sono solo un’illusione. Come le parole dell’amico/avvocato del protagonista.
La verità è che questo mentirci porta alla sofferenza. Quando il nostro mondo di scontra con la realtà, quando riceviamo dei feedback dalle altre persone, restiamo profondamente feriti perchè viene contraddetto l’universo che ci siamo creati. Questo si legge molto bene nelle parole ricevute dalla figlia, o anche quando il protagonista mostra il fazzoletto autografato a Mike, il quale ne sminuisce l’importanza e il "significato", che gli aveva creato attorno il protagonista.
Sono parole che ci fanno vacillare, ci fanno svegliare un attimo, fanno crollare il nostro mondo e quelle che pensavamo essere delle certezze. Ci portano sul’orlo della disperazione (quante volte il protagonista si è suicidato nel film? diverse). Ma poi si decide di continuare a vivere, e l’unico modo per farlo è continuare a mentirsi, creare nuove menzogne. Pensiamo sia l’unico modo di andare avanti. Si riprende la ricerca per trovare dei riscontri sul fatto che siamo forti, che siamo speciali, che abbiamo qualcosa in più degli altri. Cerchiamo nuovamente un riscatto, ma continuiamo a cadere perchè continuiamo ad alterare la nostra realtà.
Non a caso l’ambientazione è quella del teatro, dove per via della recitazione la realtà si mischia con finzione, la recita, la continua menzogna.
Nel film il protagonista viene presentato come un Dio, come uno che ci sa fare nel suo lavoro. Ma piano piano tutto assume una dimensione più ridotta, più modesta. Si sta scontrando con la realtà, da lui sempre celata.
Ci sono parti in cui recita a teatro in cui non si capisce se stia recitando bene o meno. Cammina sopra un filo, barcolla, da una parte rischia di cadere nella cialtroneria dall’altra nella grande opera artistica.
Non riesce a trovare una posizione perchè ha continuato a mentirsi, ha perso la bussola. Perchè non si conosce e non si è mai conosciuto realmente.
Per conoscersi bisogna smettere di mentire a sè stessi.
Su di me, il film, ha avuto un effetto strano perchè leggendo i commenti in giro per la rete, nessuno l’ha interpretato come ho fatto io. Sono "speciale" io, visto che ho intravisto qualcosa di più sotto la scorza del film, oppure sto solo mentendo a me stesso e quello che ho pensato è pura invenzione?
Forse la seconda, sto solo mentendo a me stesso, anche io, come il protagonista. Sto dando importanza a determinati eventi del film vedendoli nella chiave di lettura che mi è più congeniale, dandogli rilievo, allo stesso modo in cui il protagonista vedeva il fazzoletto autografato come un segno di predestinazione nel mondo del successo.
Meta-cinema incredibile, per me.
(mi piacerebbe che la leggesse Bruno, scusate se mi sono un po dilungato)