Una delle recriminazioni che ricorre con insistenza nelle conversazioni riguardo Wii U, e più in generale riguardo Nintendo, è la proverbiale lacuna della casa di Kyoto riguardo l’online. E’ dunque con sorpresa che si guarda a un prodotto come Splatoon, capace a suo modo di ridefinire il gioco online su console: da una parte lo spostamento del baricentro dell’esperienza di gioco sulla vittoria, frutto del lavoro di squadra, piuttosto che sul rapporto uccisioni/morti tanto caro ai più accaniti avventori delle comunità online più blasonate; dall’altro un approccio strutturalmente modulare che, in un’ottica di miglioramento continuo (kaizen), porta ad un arricchimento e ad una diversificazione dell’esperienza con una serie di aggiornamenti gratuiti. Viene quasi da sorridere, pensando alla magra figura rimediata recentemente da 2K con Evolve.
A rendere Splatoon stupefacente, più che la qualità e solidità dell’esperienza, veri e propri pilastri della filosofia produttiva delle produzioni interne Nintendo, è come il gioco non lasci spazio ai dubbi che aleggiavano sulle meccaniche di base al momento della presentazione. Pad alla mano, impratichitisi con la campagna in singolo, il gioco si presenta in forma smagliante: forte di una direzione artistica encomiabile, graziato da un sistema di controllo e da una realizzazione tecnica sospese tra l’ottimo e l’impeccabile, Splatoon regala al giocatore ore di intrattenimento da fruire sia in sessioni spezzettate, più genuinamente “arcade”, che in lunghe sessioni di gioco.
Dove il gioco mostra il fianco a più di una critica, al di là di scelte di game design più o meno condivisibili (la rotazione delle mappe, l’impossibilità di cambiare l’equipaggiamento in corsa), è sul piano del bilanciamento: complice l’assenza di blocchi regionali, gli squilibri in termini di connessione si traducono di tanto in tanto in interruzioni delle partite o in handicap più o meno evidenti che compromettono l’esperienza; diverse armi (il secchiostro su tutti) finiscono in quest’ultimo caso per avvantaggiare oltremodo l’avversario.
Difficile dire se sia una killer app per una console già destinata al tramonto, ma Splatoon è un gioco che tutti i possessori di Wii U dovrebbero far loro, soprattutto considerando l’incentivo offerto dal prezzo budget e dai continui aggiornamenti gratuiti, anche al netto delle ingenuità congenite che rendono farraginosa la condivisione dell’esperienza con amici.
Noto ora che ci sono un paio di passaggi analoghi nella recensione di IGN Italia, come il riferimento a Evolve.
Deve trattarsi di una casualità, avendo scritto il post prima dell’aggiornamento della recensione stessa e dubitando fortemente che Mdk abbia letto queste note.