Eccoci arrivati a parlare di una delle mie serie preferite di sempre, una delle due migliori del decennio appena trascorso per quanto mi riguarda (l’altra è Fullmetal Alchemist: Brotherhood, per capirci): la prima collaborazione Type-Moon X Ufotable, l’opera magna che li ha consacrati tra i big dell’animazione giapponese, Kara no Kyoukai – The Garden of Sinners.
Prima di tutto, bisogna dire che questa non è una classica serie per la TV, ma una serie cinematografica composta da sette film (più qualche special aggiuntivo, per i completisti) usciti tra il 2007 e il 2009. Perciò è qualcosa di molto più curato dal lato di regia e fotografia rispetto, ad esempio, alle due serie di Fate che abbiamo già trattato; in particolare l’uso di luci e colori crea delle atmosfere pazzesche.
A proposito di Fate/Stay Night, quest’opera nasce come light novel scritta dallo stesso autore, Kinoko Nasu, ed è ambientata nello stesso universo (si parla di Nasuverse). Quindi ci sono dei tratti in comune, come l’esistenza dei maghi, ma la storia è essenzialmente diversa e indipendente (anche perché è stata scritta prima).
La trama ruota attorno ad un’agenzia investigativa che si occupa di casi paranormali, ma è incentrata soprattutto sulla protagonista Shiki (uno dei migliori personaggi femminili mai visti) e sulla relazione "complicata" che ha con l’altro protagonista, Mikiya; complicata per via della natura di Shiki e della sua complessa personalità (non aggiungo altro per non spoilerare).
Kara no Kyoukai è una serie fortemente incentrata sui dialoghi, dal ritmo abbastanza lento e che tratta argomenti non proprio leggeri (si passa dal suicidio, alla violenza sessuale, alla solitudine) senza farsi troppi problemi a mostrare scene macabre e disturbanti, con atmosfere prevalentemente cupe e angoscianti. Quindi non è esattamente per tutti e qualcuno potrebbe trovarla pesante o rimanere confuso (i primi quattro film non seguono volutamente l’ordine cronologico), ma chi saprà passarci sopra troverà qualcosa di speciale, che non si vede tutti i giorni.
Non mancano comunque scene d’azione, coreografate in maniera eccezionale, dove la produzione brilla di più; ma sono piuttosto rade e come detto non è quello il fulcro dell’esperienza.
Ogni film è godibile come standalone e presi singolarmente si va dal buono all’ottimo, col quinto e il settimo che rappresentano i punti più alti (sono anche gli unici che si prendono due ore di durata, mentre gli altri restano sull’ora scarsa); il quinto poi sarà apprezzato particolarmente dagli amanti dei mindfuck (con quel montaggio che Memento spostati proprio). Ma è solo quando si arriva alla fine, con tutti i tasselli andati al loro posto, e si considera tutto l’insieme che ci si trova davanti al capolavoro.
A elevare ulteriormente la produzione ci pensa una colonna sonora semplicemente divina (forse non si era capito… l’ho solo spammata su tutta la pagina): Yuki Kajiura qui si è superata creando una OST che si amalgama perfettamente alle immagini e fa metà del lavoro nel creare queste atmosfere uniche. Ciliegina sulla torta sono le sette ending cantate dalle Kalafina, una più bella dell’altra (the more you know: il gruppo, che ha poi avuto enorme successo in Giappone, è stato formato proprio dalla Kajiura nel 2007 per il progetto Kara no Kyoukai).
L’unica nota stonata in tutta questa bellezza è costituita dal sesto film, non perchè sia brutto in sè, ma sembra più un filler in confronto agli altri: il tono è decisamente più leggero, l’avanzamento per la trama generale è quasi nullo e soprattutto è infilato tra i due film più intensi, forse volutamente come un alleggerimento, ma l’effetto non si può dire proprio riuscito.
L’immancabile nota amara per chiudere: questa serie non è mai arrivata in Italia (e mai arriverà, aggiungo io mestamente), troppo di nicchia e immagino con licenze troppo costose visti i prezzi assurdi a cui vengono venduti i box blu-ray all’estero (non meno di 250 euro… per l’edizione standard eh, non nomino neanche la limited). Quindi anche stavolta si va di fansub (e anche stavolta la versione consigliata è quella dei Fate-Subs, che hanno fatto anche tutti i vari special extra).
Kara no Kyoukai rappresenta il non plus ultra di quello che cerco in un anime: un comparto tecnico d’eccellenza, non fine a se stesso ma al servizio di un racconto profondo, affascinante con personaggi sfaccettati e complessi. Non potrei raccomandarlo di più (con i limiti di cui sopra).
Scheda 1: Overlooking View
Scheda 2: A Study in Murder (Part 1)
Scheda 3: Remaining Sense of Pain
Scheda 4: The Hollow Shrine
Scheda 5: Paradox Spiral
Scheda 6: Oblivion Recording
Scheda 7: A Study in Murder (Part 2)