Nuovo anno, doppia cifra (considerando anche i due episodi zero ho tenuto giusto giusto la media di un pezzo al mese, perfetto).

Prima di andare all’argomento del giorno faccio una piccola riflessione sull’anno che è stato e su quello che sarà. Senza girarci attorno, il 2018 è stato piuttosto fiacco per i miei gusti (anche lato videogiochi, ma quella è un’altra storia): poche serie di spessore (Devilman Crybaby, Violet Evergarden e L’attacco dei giganti 3, con nessuna che raggiunge l’eccellenza), qualche piacevole sorpresa (Lupin III parte 5, il remake di Legend of the Galactic Heroes, Run with the Wind) e diverse delusioni (Steins;Gate 0, Hanebado, Fate/Extra, Persona 5).

Dall’altra parte il 2019, almeno sulla carta, promette di essere un anno di fuoco: saranno animate le tre nuove serie di punta di Shonen Jump, ovvero The Promised Neverland, Dr. Stone e Kimetsu no Yaiba (quest’ultimo prodotto nientemeno che da Ufotable, oh sì!). Wit Studio non solo adatterà l’arco più bello dell’Attacco dei Giganti (almeno per chi legge il fumetto, posso solo fidarmi), ma anche un’opera d’eccezione quale è Vinland Saga. E parlando di importanza storica, vedremo anche una nuova trasposizione del classico Dororo di Osamu Tezuka.

Questo solo per citare i big già annunciati che mi vengono in mente: mica pizza e fichi. Detto ciò, entriamo nel giusto mood.

Nell’ultimo episodio "regolare" avevo anticipato che si sarebbe parlato di un erede spirituale di Kino’s Journey, quindi ecco una delle sorprese migliori del 2017: Girls’ Last Tour (o nello scioglilingua originale Shoujo Shuumatsu Ryokou).

La storia è molto semplice: due blobbine, ehm bambine attraversano su un cingolato i resti di una città devastata da non si sa quale evento, non si sa dove o quando. Quello che è successo rimane molto sul vago perchè la parte importante è il viaggio delle protagoniste in mezzo a questi ambienti diroccati ma con un certo fascino.

Da una ambientazione post-apocalittica come questa ci si aspetterebbe qualcosa di pesante e drammatico, invece fin dall’inizio si mette in chiaro che i toni sono leggeri e pacati. O meglio, le due ragazzine devono sì spostarsi continuamente a caccia di cibo e risorse, ma l’enfasi è posta più sulla loro curiosità e sul piacere della scoperta.

Non confondiamo però la leggerezza del racconto con i contenuti: quando meno te lo aspetti ecco che la serie ti piazza una riflessione non banale sui temi più disparati.

Non sono solo gli sfondi a essere evocativi: anche la colonna sonora fa un gran lavoro di atmosfera. Ma la verità è che la parte del leone la fanno le irresistibili sigle, cantate dalle doppiatrici delle protagoniste: la ending in particolare è stata disegnata dallo stesso mangaka dell’originale ed è una meraviglia.

Anche questa perla è purtroppo rimasta inedita in Italia (si trova dai gruppi fansub Omnivium – Pantaloni Rossi). Andrà meglio la prossima volta (se non cambio piani su cosa trattare).

Scheda: Girls’ Last Tour